Gli gnocchi fatti in casa
La continua ricerca della qualità è una contante che accompagna il Lavoro all’interno di ciascun reparto di cui si compone la Sagra, della Porchetta. Un’attenzione particolare viene senz’altro rivolta alla cucina che rappresenta per noi motivo di grande soddisfazione insieme ad uno sforzo organizzativo notevole.
I livelli raggiunti seno tali per cui a volte capita di trovarsi di fronte a persone che stentano a credere ai numeri che ogni anno ci ritroviamo a commentare a sagra finita. Circa 100 porchette, oltre 2.OOO crepes dolci e quasi 30.000 piatti sfornati dalla nostra cucina, rappresentano il punto d’arrivo di tutto un lavoro evidentemente ben organizzato che parte da un punto fermo comune a tutti i reparti: “qualità, totale” a cominciare dall’utilizzo sempre delle migliori materie prime. Il pane è rigorosamente quello cotto a legna, l’olio è solo quello extra vergine di oliva, la pasta “De Cecco”, la carne proviene esclusivamente da macelli locati.
In questo quadro generale si inseriscono senz’altro i nostri gnocchi interamente fatti a mano con un procedimento che inizia, alle 9.00 di ogni mattina, quando le patate vengono lavate e lessate. Prosegue nel primo pomeriggio quando, dopo essere state pelate, vengono accuratamente schiacciate, il tutto finisce alle 18:30 di ogni sera mezz’ora prima dell’apertura della cucina. Le mani esperte di quattro donne provvedono dopo la fase di condimento a formattarli e adagiarli sui vassoi precedentemente infarinati pronti per essere cotti.
Un lavoro complesso che viene però ampiamente ripagato dalla soddisfazione dei nostri clienti prodighi di complimenti nel – momento in cui se li vedono arrivare in tavola fumanti, conditi con un sugo d’oca, a cui “manca solo la parola”. Sono il frutto della professionalità, e dell’amore con cui le nostre donne tendono a rispettare e conservare gelosamente anche questo aspetto della nostra storia. A tutte quante loro va il nostro grazie e l’incoraggiamento affinché continuino a trasmettere questo insieme di ideali alle generazioni future; per noi sono e continueranno ad essere “maestre di vita”.
di Augusto Lunghi